
CIVITACAMPOMARANO UNA PERLA NASCOSTA DA SCOPRIRE
– MOLISE PARTE 2
Eccomi, per parlarvi di Civitacampomarano una perla nascosta da scoprire ovvero di una perla nella perla del Molise
Sono felice ed onorata di tornare a parlarvi delle tante curiosità, scorci naturali, chiese e castelli e tanto altro di questa regione.
Lo faccio con piacere poichè, è una regione d’una bellezza calma e dolce che merita davvero.
Come meritano i molisani, persone semplici e genuine.
Con dei bei valori di perseveranza, determinazione e gentilezza.
Perciò, con tanto affetto verso questa terra, ecco per voi il Molise, che, quale prezioso scrigno, contenitore di ancora poco conosciute bellezze, è da considerarsi, davvero, una perla nascosta, tutta da scoprire.
(Per vedere MOLISE Part.1 clicca qui)
Oggi vi parlo di:
CIVITACAMPOMARANO UNA PERLA NASCOSTA DA SCOPRIRE
Vi anticipo, che i suoi “Murales”, che andremo a scoprire, essi da soli, già valgono la visita ad un borgo che sa di fiaba.

Vi parlerò anche di un’altra pregevole e ottimamente conservata attrattiva: il Castello Angioino, situato nella parte in alto del paese.
Inoltre a CIVITACAMPOMARANO hanno visto i natali, Gabriele Pepe importante esponente della cultura italiana del periodo della rivoluzione Napoletana del 1799 e, il primo ottobre 1770, Vincenzo Cuoco scrittore, giurista, politico, storico ed economista italiano. Ed anche, in particolare, di questo illustre personaggio vi parlerò.
E vi parlerò delle prelibatezze che si possono provare ed apprezzare.
A noi, dunque! Per iniziare sono pronta per far appassionare anche voi alla bella storia di “Civita che resiste”.
Curiosi di conoscerla? Bene!
Foto di Francisco José Repola
Qui sopra, cliccate sulla freccia per vedere, il VIDEO di Civitacampomarano.
Civitacampomarano è un piccolo paese di 400 abitanti in provincia di Campobasso.
Esso è minacciato dalle frane e da un lento spopolamento.
La gente del borgo però, non vuole vedere finire, assistendo impotente ad una lunga agonia, quei posti.
Per loro sono cari e insostituibili!
Questa lenta, ma progressiva frana, che minaccia Civitacampomarano, ha avuto inizio nel 2017.
I danni a case, strade e stradine sono gravi.
Le strutture che risultano più danneggiate, dovrebbero essere abbandonate.
LA GENTE NON SI ARRENDE.
Però la gente non s’arrende e decide di combattere con tenacia. E si impegna.
S’impegnano tutti, con tenerezza struggente, per non far morire il LORO borgo.
Ed in questa corsa, contro il tempo e la natura, a far tutto il possibile per salvare il loro amato borgo, inseriscono anche l’iniziativa che ha cominciato a prendere forma nel 2014.
Iniziativa che parte da una mail, inviata, in quell’anno, da Ylenia Carelli, Presidente della Pro Loco “Vincenzo Cuoco” di Civitacampomarano, ad Alice Pasquini.
In arte Alicè.

Con questa mail la Presidente invita l’artista Alice Pasquini a far tappa nel delizioso borgo molisano.
Le chiede di dipingere i muri del centro storico, praticamente quasi disabitato.
L’ intuizione della Presidente di ridar smalto a quel luogo anche da lei tanto amato, abbellendo le mura più rovinate, come vedremo, si rivelerà vincente.
INCONTRO DI ALICE’ CON I CIVITESI E CON CVTA’
Facciamo però un passo indietro e torniamo all’impatto di Alicè con “Cvtà” come la chiamano, “in confidenza” i suoi affezionati abitanti.
Ed anche all’incontro con i Civitesi.
Perché è da questo duplice incontro, che si rivelerà forte e coinvolgente, che parte la rinascita di Civitacampomarano.
Alice, dunque, giunge qui e, un pò come capita alla “fiabosa” Alice del Paese delle Meraviglie, “RICONOSCENDO” “Cvtà” si incuriosice e si fa rapire dai suoi suggestivi scorci.
Questi toccano la sua anima di VERA artista, quindi, per natura generosa, facendo si che si riveli subito prodiga d’amore verso quel piccolo borgo, trepidante d’essere aiutato a non morire.
Il passaggio di Alicé, a sua volta, si esprime come intense ed indelebili carezze di colori, su quelle superfici scorticate del centro storico, che stanno a raccontare pezzi di vita vissuta e che portano evidenti segni del crudo logorio del tempo.
Alicé si mette all’opera e, con infinito affetto, con cura commovente, e partecipazione a quella bella e buona causa, realizza vari, pregevoli interventi pittorici.
ALICE’ DIPINGE E SI AFFIDA ANCHE A DELLE VECCHIE FOTO…
Vecchie fotografie d’un tempo andato, di quella che fu la vita del paese, diventano per lei, spunto fecondo per rievocare qualcosa che non c’è più, nella realtà.
Ma che nei cuori è rimasto come un canto, triste, intriso di nostalgia.
Quindi, per rendere omaggio al passato di Civitacampomarano a “quelle bellissime case che ora sono vuote, ” lo spopolamento è stato enorme “, dice, infatti, Alicé,….. dipinge.
E si affida, d’istinto, alla sua fervida fantasia…e ai suoi ricordi…
LE EMOZIONI DI ALICE’ NEL REALIZZARE LE SUE OPERE PER CVTA’ E I CIVITESI.
Infatti dice “ho dipinto su vecchie porte, per ricordare quello che ora non c’è più ma che resta impresso nella memoria“.
Ed accade che un sodalizio d’amore si crea tra Alicé e gli abitanti dell’amato borgo:
L’una e gli altri si ritrovano uniti, collaborativi e fortificati in un AMOROSO progetto per far rinascere “Cvtà”.
Ed è così che vede la luce “Cvtà Street Fest”, evento che fa si che nel borgo semi abbandonato, ogni anno, vengano ospitati bravissimi Artisti del Murales per decorare le mura di Civita.
Tutto ciò con l’intento di creare opere d’arte, inaspettate e toccanti.
Quindi, dal 2016 in poi, ogni anno, tantissimi pittori, con il loro genio artistico, i loro colori, ridanno vita ad un vecchio portone, ad un muro vetusto.
E come un’inaspettata magia, il borgo semi abbandonato riprende anima e…. Vita
CVTA’ RESISTE.

Lo dice pure il murales più famoso di tutto quanto il borgo.
Ed il passaggio di Alice, diventa come il passaggio di una Fata buona che partecipa alla rinascità di un borgo che si temeva di dover perdere lentamente, ma per sempre.
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IL LEGAME DI ALICE’ CON CVTA’
Poi, si scoprira’ anche che il legame fra quall’antico borgo molisano e questa artista cosmopolita, ambasciatrice della street art italiana in tutto il mondo, è si artistico, ma anche biografico.
Perciò sopra quando parlo di Alicè, del suo primo incontro con il borgo, dico, non a caso, che “RICONOSCENDO” Cvtà, si fa rapire…
Perchè in quel momento Alice BAMBINA rivede “Cvtà” e un pò la riconosce attraversando il ricordo di quando i suoi occhi erano appunto, ancora quelli di una bambina.
Poi, però il suo occhi di artista e non più bimba ma ormai adulta, si emozionano e nel contempo, si dispiacciono per la vetustà che il passaggio del tempo ha lasciato su quelle mura…che appartengono anche a lei…
Dirà infatti la brava artista: “Per me non è un paese qualsiasi è il paese natale di mio nonno“, ma questo l’autrice della mail non lo sapeva.
O forse, non sarà che, come una “Fata Buona” ed intuitiva, la Presidente avrà avuto l’intuizione, appunto, pur non sapendo del nonno di Alice, di chiamare l’artista giusta?
Ovvero, fantasticando, la Fata giusta, perchè si compisse il prodigio?
Ritorniamo ad Alice, il cui viaggio in questo borgo piccino, diventa un viaggio, come ho già detto, amoroso alla scoperta di un’Italia meno appariscente, ma intima.
Un viaggio con il sapore delle cose antiche, impregnate di un fascino semplice, ma intenso.
E diventa, in particolare, un viaggio d’amore dei Civitesi per il loro borgo, così speciale, ma così fragile…così anche SUO…
Quindi come, abbiamo visto, intriso d’amore è il viaggio di questa artista sensibile.
E delicata che, un giorno fortunato, una Presidente innamorata della sua terra, ha avuto l’intuizione, geniale, di chiamare in aiuto di un paesino intero.
Si, miei amici, perché quella di Civitadicampomarano è una bella e CORALE storia d’amore verso il proprio borgo, da parte dei suoi abitanti, d’una Presidente acuta, d’un Comune volenteroso, (come oggi non ce ne sono tanti), e di un Artista amorosa.
LA STREGA CATTIVA CHIAMATA “FRANA”
Tuttavia, un brutto giorno del 2017, una strega cattiva, chiamata FRANA inizia, inesorabilmente, ad incombere su Civitacampomarano il suggestivo borgo molisano, di pochi abitanti, di cui, ancor meno, sono i bimbi.
Tanti sono i danni agli edifici e alle strade.
Una “zona rossa” del paese è stata isolata.
Gli uffici del Comune, di fronte al maestoso Castello Angioino che, si dice, impressionò pure il nostro famoso autore dei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni, divenuti inagibili, son stati fatti sgombrare.
Purtroppo la frana è in lento, ma costante avanzamento.
“CIVITACAMPOMARANO NON DEVE SCOMPARIRE”
Gli abitanti dello sfortunato borgo che abitavano nelle aree interessate dalle lesioni più preoccupanti hanno dovuto lasciare le loro case.
Dunque i loro ricordi, le loro storie.
Però essi VOGLIONO, con tutte le loro forze, rimanere in quel borgo e COMBATTERE contro l’abbandono.
Lo dicono.
E ci credono.
Sono le loro queste commoventi parole:
“Civitacampomarano, non deve scomparire: è un borgo ricco di storia e il suo patrimonio architettonico è di assoluto pregio e rilevanza”.
Gentili amici che mi seguite, questo post su “Cvtà“, come anch’io ho voglia di chiamarla, come fanno i suoi abitanti, l’ho scritto con l’intento di omaggiare un borgo curato, accudito.
E tanto amato dai Civitesi.
FESTIVAL CVTA’ STREET FEST
Nello scriverlo mi sono imbattuta in Festival “Cvtà Street Fest”e, nel navigare in questo sito, mi sono compenetreta nel senso di apprensione per il destino del borgo da parte dei suoi abitanti.
Ciò ha suscitato in me il desiderio, sincero, di contribuire ad aiutare Cvtà anche divulgando il sito di Cvtà Street Fest dove si informa anche che è stata attuata una raccolta fondi, tutt’ora aperta, da utilizzare come contributo per ricostruire il loro prezioso BENE.
La tenace forza dell’amore dei Civitesi per Cvtà ha fatto breccia nel mio cuore ed è per questo che, senza secondo fine alcuno, vi segnalo questa iniziativa.
Detto ciò, ora vi parlo volentieri di un’altra perla.

L’IMPONENTE CASTELLO ANGIOINO.
Una fortezza che è stata più volte rimaneggiata, con un risultato assolutamente apprezzabile.
I primi resti fanno risalire la sua prima costruzione ad epoca normanna (XII secolo).
Nel XV secolo poi si delineò la pianta definitiva che lo qualifica come fortezza militare.
Si presenta, infatti, circondato da una cinta muraria, la cui forma è quadrangolare, con tre torrioni cilindrici merlati.
La sua mole incanta, unitamente alla sua architettura che si palesa agli occhi del visitatore con un’audacia ammaliatrice ed affascinante.
Sulla cinta muraria vi è un camminamento di ronda, nonche alloggiamenti per cannoni, archibugi: ed io nella mia sconfinata, lo ammetto, fantasia già sogno di cavalieri, castellane e via fantasticando.
Vero è che il Castello di Civitacampomarano è un monumento, nazionale dal 1979, la cui antica struttura architettonica, rimane integra.
Non offuscata dallo schiaffo del tempo, e dalle calamità naturali, quali i vari terremoti che, nei tempi passati, hanno cerato smottamenti del terreno, determinando alcuni crolli.
Osservandolo, appare un castello tra i più evocativi e suggestivi del Molise.
Uno scalone porta all’ingresso principale.
Qui si fa ammirare un portale ad arco ribassato.
Ciò è tipico dello stile catalano-aragonese del XV secolo.
Due stemmi campeggiano sopra la chiave di volta.
Il superiore è lo stemma della famiglia Carafa della Spina; quello inferiore è, invece lo stemma di Paolo di Sangro.
Al di sopra dello stemma vi è un drago.
Sotto le sue zampe vi sono due gigli capovolti.
Essi sono la testimonianza, allegorica, del tradimento delle due famiglie, nei confronti degli Angioini, in favore dell’alleanza con gli Aragonesi.
Al di sopra dell’arco vi sono due incassi rettangolari in cui scorrevano le catene del ponte levatoio, che oggi non è più conservato.
Nel cortile interno si trova una fontana chiamata Fontana Sannita. In realtà è più corretto chiamarla Fontana dei Fauni. Che sono divinità dei boschi.
La si trova collocata in una corte interna del Castello di Civitacampomarano. Ed è una scultura con quattro figure antropomorfe, appunto quattro busti di Fauni, e fu qui collocata dagli ultimi proprietari in epoca moderna.
Ora mi fa piacere raccontarvi, come vi avevo accennato all’inizio, che a Campomarano, hanno visto i natali Gabriele Pepe, importante esponente della cultura italiana del periodo della rivoluzione Napoletana del 1799 e, il primo ottobre 1770, Vincenzo Cuoco scrittore, giurista, politico, storico ed economista italiano. Oggi la sua casa ristrutturata, di proprietà del Comune, aperta alle visite, funge anche da centro di ricerca per Fondazioni, Enti, Università.
Vincenzo Cuoco è stato un personaggio all’avanguardia per i tempi. Difatti nell’opera “Rapporto e progetto di decreto della pubblica istruzione”, Cuoco sosteneva il principio dell’istruzione elementare gratuita e obbligatoria anche per le donne.
Inoltre, il borgo di Civitacampomarano assunse, negli anni in cui vissero Cuoco e Pepe, una grande importanza culturale e filosofica. Ed essendo uno tra i più importanti centri culturali del Meridione, acquisì anche diritto di rappresentanza nel Parlamento del Regno d’Italia.
Direi che potremmo concludere questo bel giro a Cvtà deliziandoci con qualche prelibatezza tipica.
Quali, per esempio i Cavatelli al ragù, o le “Taccozze” spero di riportarvi bene il nome, comunque è un tipo di pasta in sfoglia, poco sottile, tagliata a rombi che viene, generalmente, condita con un buon ragù di carni miste e dell’ottimo formaggio pecorino grattugiato, altra prelibatezza.
Qui però, come in tutto il Molise, i formaggi sono speciali perchè ottimo è il latte appena munto degli animali che pascolano nelle loro verdi terre.
Ed anche le carni, lo sono e genuine, ed ovviamente gli immancabili dolci. Che possono essere accompagnati da un buon liquore locale.
A Cvtà insomma, sarà bello visitarla, lasciar correre la fantasia da un muro all’altro, da una casa all’altra ed il ritorno alla realtà sara piacevolissimo, tra le tante prelibatezze culinarie che potrete apprezzare.
Spero, anche questa volta, di avervi incuriosito e soprattutto allietato l’animo.
Buone cose, cari amici.
Fataviola


2 commenti
antonio
Leggo e non mi annoio, perché scrivi col cuore e avverto il piacere che hai provato tu, la bellezza delle persone e dei luoghi, che gustiamo senza il fastidio del tempo o di un’abbondanza debordante. Grazie, Silvy.
Fataviola (Silvy)
Grazie Antonio, in particolare perchè mi dici che scrivo col cuore.
Ciò mi dà una grande gioia.
Una Buona Notte Magica.
Fataviola